La possibilità che, durante il prossimo Natale, l’Europa si trovi divisa in fortunati che potranno trascorrere le vacanze come ogni anno sulle piste da sci e meno fortunati ancora vincolati da divieti sugli spostamenti, sta diventando sempre più concreta.
Nonostante la seconda ondata di contagi abbia invaso l’Europa in modo abbastanza uniforme, le proposte sull’apertura della stagione sciistica non lo sono per nulla.
Se l’Italia e la Francia chiudessero le piste, ma i Paesi confinanti non facessero altrettanto, la perdita economica sarebbe vana ed il rischio di contagi di ritorno sarebbe un problema concreto. Per questo che Conte e Macron chiedono a Bruxelles un accordo Europeo, che sicuramente non sarà affatto facile da raggiungere.
La decisione della Germania in merito all’apertura, invece, è ancora incerta ma il governatore della Baviera, land più interessata alla questione, ha dichiarato che un accordo comune sullo sci è necessario in questo momento.
Insomma, in Svizzera, a parte l'introduzione di regole più severe rispetto alle stagioni precedenti (mantenere le distanze di sicurezza, misure di igiene ed obbligo di indossare la mascherina), la stagione invernale 2020 è aperta ed in attesa di turisti.
A questo punto la battaglia Europea degli sci è in pieno svolgimento e siamo tutti ansiosi di capire come andrà a finire.
La nostra speranza è che alla fine si decidano delle regole precise e comuni, volte a tutelare in primis la salute, e che sostengano anche gli operatori della montagna, dal momento che stiamo andando in contro ad una stagione molto complicata.
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